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La vita davanti a sé: una splendida Sophia Loren si rimette in gioco

Novembre 16, 2020

Approda su Netflix l’adattamento cinematografico de La vita davanti a sé, romanzo del 1975 scritto da Romain Gary, già portato sul grande schermo col film del 1977. Per il grande ritorno di Sophia Loren, abbiamo lasciato carta bianca alla mamma di un nostro Clubber. In questa recensione ci racconta il suo punto di vista.

La curiosità di vedere La vita davanti a sé con Sophia Loren mi è sorta non tanto dal voler conoscere la storia che il film racconta, ma dal voler vedere la protagonista – realmente anziana – mettersi in gioco con il viso ed il fisico impietosamente cambiati dallo scorrere degli anni.
La trama infatti non mi ha sorpreso perché quasi scontata sotto vari profili: l’esistenza di minori non accompagnati sbarcati in Italia da Paesi lontani e le difficoltà di anziani avviati alla fine di una vita difficilissima senza alcun familiare accanto. Nel volto e nel fisico devastati dalla vecchiaia, la Madame Rosa si presenta con un trucco agli occhi quasi indelebile, traccia di una vita di strada, mentre la Sophia Loren attrice anziana pian piano si dilegua nel personaggio, tanto da far sembrare che esista solo Madame Rosa. In questo la Loren è splendida.
Il luogo in cui si svolge la storia sembra non avere nome. C’è il mare e ci sono grandi olivi ma nulla emerge dall’accento dei personaggi. Il ragazzo che interpreta MoMo è bravissimo ma non può parlare con un perfetto italiano senza alcuna cadenza. Secondo me una leggera inflessione avrebbe fatto sentire meglio la narrazione.
Meravigliosa la canzone finale della Pausini che forse doveva essere richiamata in altre parti del film.

Immagini © Netflix

Questa l’opinione della mamma del nostro Clubber. E voi, siete d’accordo con lei? Avete già visto il film su Netflix? Potete leggere qui le altre recensioni del club

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